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Ferrante in Svizzera

Un’analisi sulla ricezione svizzera della tetralogia L’Amica geniale di Elena Ferrante

Virna Serena Siciliano

Romanska och klassiska institutionen Självständigt arbete 15 hp, Kandidatuppsats Vårterminen 2020

Handledare: Cecilia Schwartz

Opponent: Anna Viktoria Beatrice Terzi English title: Ferrante in Switzerland

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Ferrante in Svizzera

Un’analisi sulla ricezione svizzera della tetralogia L’ Amica geniale di Elena Ferrante

Ferrante in Switzerland

An analysis on the Swiss reception of Elena Ferrante’s Neapolitan Novels

Virna Serena Siciliano

Abstract

The tetralogy “Neapolitan novels” by the Italian writer Elena Ferrante has gained

broad international success. Especially in the USA, the four books and the TV-series based on them have caused the phenomenon named “Ferrante Fever”. The reception of the novels can be

analyzed from a transnational perspective, drawing on a theoretical framework based on comparative literature and world literature. Tiziana De Rogatis has presented four frames, which contribute to the international success of the novels: 1) the description of the city of Naples where most of the events take place, 2) the feminine subjectivity described through the main protagonists, 3) the memoir style plot covering some sixty years of the protagonists’ life and, 4) the TV-series like narration. The

validity of these frames is analyzed in the reception of the books in Switzerland where the readers read either the German or French translations or the original in Italian. The corpus consists mainly of book reviews published in newspapers and reader comments on bookstores’

websites. The analysis shows that, of the frames, the description of Naples and feminine subjectivity stand out as the main contributors to the positive reception in Switzerland. Also, some other contributing factors are identified.

Keywords

World literature, Elena Ferrante, transnational literary reception, Switzerland, The Neapolitan Novels

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Indice

1. Introduzione ... 1

Scopo e domande di studio ... 1

Elena Ferrante e le sue opere ... 2

1.2.1. La tetralogia L’amica geniale ... 3

La Svizzera, paese multiculturale ... 3

Corpus ... 4

2. Teoria e metodo ... 6

La letteratura comparata e la world literature ... 6

2.1.1. L’imagologia ... 9

La ricezione internazionale dei Neapolitan Novels ... 10

2.2.1. Tiziana De Rogatis, Elena Ferrante e il Made in Italy ... 11

3. Quattro ragioni per un successo internazionale / Analisi ... 11

Napoli ... 12

Una nuova identità femminile ... 15

3.2.1. Amicizia femminile ... 18

Il grande ciclo narrativo e le serie televisive ... 20

Una fantasia di memoir ... 24

4. Conclusioni ... 27

Ricerche future ... 30

Bibliografia ... 31

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1. Introduzione

La letteratura internazionale esiste da un lungo tempo, ma solo circa 200 anni fa è comparso per la prima volta in Germania il concetto di world literature. Le opere letterarie sono state da tempo tradotte in altre lingue e diffuse in altri paesi, ma soprattutto negli ultimi decenni questa tendenza è aumentata in tal modo che scrittori scrivono libri pensati per un pubblico internazionale. Le moderne strategie editoriali hanno consentito di tradurre libri in diverse lingue e di venderli in breve tempo in un contesto internazionale. Da alcuni romanzi di grande successo sono stati tratti dei film e serie televisive aumentando ulteriormente il successo commerciale come ad esempio la serie di romanzi polizieschi della trilogia Millennium di Stieg Larsson.

In questo quadro si colloca anche la scrittrice Elena Ferrante con la sua tetralogia L’amica geniale, romanzo che ha riscosso un enorme successo con più di 7 milioni lettori sparsi per tutto il globo. L’amica geniale, oltre ad essere una storia sull’amicizia femminile forte e conflittuale, è un romanzo di formazione e di emancipazione. Inoltre, contiene un panorama storico di Napoli e l’Italia che dura all’incirca per sei decenni. Tutti i libri di Elena Ferrante girano attorno un discorso comune, l’universo femminile. Le donne di Ferrante hanno vite complesse e spesso hanno un rapporto difficile col proprio passato. Questa nuova attenzione che Ferrante porta nel contesto della letteratura mondiale rende i suoi libri interessanti per la ricerca e la ricezione da una prospettiva transnazionale.

Un argomento di ricerca nel campo della letteratura transnazionale è il modo in cui le opere di una cultura vengono accolte in un’altra. La Svizzera offre uno scenario unico per questo tipo di ricerca, pur essendo un paese relativamente piccolo è diviso in tre regioni linguistiche principali. Per di più, la vicinanza geografica e culturale all’Italia rende particolarmente interessante la ricezione svizzera di un’opera italiana.

Scopo e domande di studio

Il successo della tetralogia L’amica geniale (2011/2014) è stato oggetto di ricerca accademica nell’ambito della ricezione letteraria. Secondo un saggio della studiosa italiana Tiziana De Rogatis il successo internazionale della tetralogia, in particolare nella cultura nordamericana è legato a quattro elementi: 1. Napoli, scenario del racconto, si dimostra come l’emblema della diversità italiana e dell’oscillazione tra mondi e tempi opposti; 2. un nuovo modello d’identità femminile che contiene elementi arcaici e contemporanei; 3. un periodo di narrazione esteso simile alle serie televisive americane ed inglesi; 4. l’uso del genere letterario autobiografico, il memoir (De Rogatis, 2015, pp. 288- 289).

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Lo scopo di questo studio è di verificare attraverso un corpus composto in particolare da recensioni pubblicate in vari giornali e su siti online di librerie, se i quattro elementi che hanno contribuito al successo internazionale, come identificati da De Rogatis, riflettono gli aspetti che ne hanno caratterizzato la ricezione in Svizzera. I dati verranno successivamente interpretati qualitativamente.

Le principali domande di ricerca sono:

1. I quattro elementi che hanno decretato il successo internazionale della tetralogia L’amica geniale, individuati da Tiziana De Rogatis, valgono anche per la ricezione svizzera?

2. Ci sono aspetti individuati nella ricezione svizzera che non sono stati menzionati da De Rogatis?

Se un elemento verrà valutato positivamente da un vasto numero di recensioni, sarà considerato come un indizio in più che conferma l’ipotesi di De Rogatis. Se altri fattori che non sono stati menzionati da De Rogatis dovessero essere individuati in varie recensioni, verranno considerati come elementi significativi per l’apprezzamento della tetralogia in Svizzera.

Elena Ferrante e le sue opere

Elena Ferrante è una scrittrice italiana e in tanti hanno la certezza che il suo nome è uno pseudonimo.

Per quanto riguarda la sua data e il luogo di nascita vari giornali e riviste italiani e internazionali scrivono che sia nata nel 1943 a Napoli. Dai suoi primi romanzi che hanno ricevuto diversi riconoscimenti sono stati ricavati due film: L’amore molesto (1992) diretto da Mario Martone e I giorni dell’abbandono (2002) diretto dal regista Roberto Faenza. Nel 2003 viene pubblicata l’opera La frantumaglia, un libro in parte autobiografico in cui Ferrante parla della sua vita da scrittrice. Nel 2006 esce il romanzo La figlia oscura e tra il 2011 e il 2014 viene pubblicato il ciclo di romanzi composto da 4 volumi, L’amica geniale (2011), Storia del nuovo cognome (2012), Storia di chi fugge e di chi resta (2013) e Storia della bambina perduta (2014). I quattro romanzi del ciclo L’amica geniale hanno portato ad Elena Ferrante un grande successo in tutto il mondo, tale che nel 2018 viene creata dal regista Saverio Costanzo la serie televisiva italo-americana (The Neapolitan Novels) prodotta dalla RAI e HBO (Edizioni e/o, n.d. [a]).

Elena Ferrante è stata nominata nel 2016 tra i sei finalisti al Man Booker International Price che è il premio più importante per la letteratura tradotta in inglese e nello stesso anno il settimanale americano Time l’ha inserita tra i 100 artisti più importanti al mondo (Scaffai e Valsangiacomo, 2018, p. 54). Per un anno, tra il 2018 e il 2019, ha collaborato con il quotidiano inglese Guardian tenendo una rubrica settimanale sul giornale britannico (The Guardian, n.d). Nel 2019 è stato pubblicato il libro L’invenzione occasionale che contiene i testi pubblicati dal Guardian e l’ultimo romanzo La vita bugiarda degli adulti (Edizioni e/o, n.d. [a]).

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1.2.1. La tetralogia L’amica geniale

Poiché questa ricerca si basa sulla ricezione svizzera della tetralogia L’amica geniale, in questo paragrafo ne verrà brevemente riassunto la storia.

L’amica geniale è un ciclo di quattro romanzi scritti da Elena Ferrante e pubblicati in Italia tra il 2011 e il 2014. La storia tratta dell’amicizia tra due donne, Elena Greco (Lenù) e Raffaella Cerullo (Lila), dalla loro infanzia negli anni Cinquanta in un rione napoletano fino alla loro età adulta. La narrazione viene condotta dal punto di vista di Elena. Il primo volume che ha anche lo stesso titolo di tutto il ciclo L’amica geniale (2011) inizia con la loro infanzia fino alla loro adolescenza. Entrambe da piccole molto ambiziose, Elena e Lila diventano amiche del cuore. Le loro vite iniziano a separarsi dopo la fine delle scuole elementari. Lila non può più andare a scuola, perché la sua famiglia non ha i mezzi economici per farle continuare gli studi. Invece, Elena riesce a continuare a frequentare la scuola. Con il passare del tempo le vite delle due ragazze continuano ad intrecciarsi e il loro legame diventa sempre più complesso e conflittuale. L’ultima parte del primo volume finisce con il matrimonio di Lila. Nel secondo volume (Storia del nuovo cognome, 2012) le due ragazze sedicenni si sentono intrappolate: Lila in un matrimonio violento ed Elena, studentessa modello, nelle sue insicurezze. Nel terzo libro (Storia di chi fugge e di chi resta, 2013) Elena e Lila, ormai donne, provano entrambe a sfuggire a un destino di miseria e sottomissione in un contesto fortemente patriarcale. Sono gli anni Settanta ed Elena riesce a lasciare il rione per andare a studiare a Pisa. Scrive un romanzo e inizia a frequentare il mondo accademico. Lila invece si separa dal marito e lavora come operaia in una fabbrica in condizioni molto dure. Nell’ultimo volume (Storia della bambina perduta, 2014) Elena è ormai una scrittrice rinomata, si è sposata, ha avuto due figli e poi si è separata dal marito. Ritorna a Napoli per rincorrere un uomo, di cui si era già innamorata nell’adolescenza. Lila rimane durante tutto il ciclo della tetralogia a Napoli e riesce ad intraprendere una carriera di successo nel campo dell’informatica. La storia finisce con la sua sparizione, probabilmente lei stessa si è “cancellata” dalla vita per il dolore per la perdita di sua figlia.

La Svizzera, paese multiculturale

Secondo i dati più recenti in Svizzera risiedono circa 8 milioni di abitanti di cui il 23% sono cittadini stranieri (MySwitzerland, 2020). Lo stato federale composto da 26 cantoni è diviso da quattro lingue ufficiali: il tedesco (62,2%), il francese (22,9%), l’italiano (8%) e il romancio (0,5%)1 (Ufficio federale di statistica, 2020). La maggior parte dei cantoni parla una delle lingue ufficiali, ma ci sono anche cantoni come Berna, Friburgo e il Vallese che sono bilingui (francese/tedesco) o anche trilingui come i Grigioni (italiano/romancio/tedesco). Altre lingue non ufficiali vengono parlate dal 6,6% della

1 Il romancio appartiene al gruppo delle lingue retoromanze e viene parlato solamente nella parte centrale dei Grigioni, i quali si trovano nella parte sud-orientale della Svizzera. (My Switzerland, 2020)

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popolazione. (MySwitzerland, 2020) Come dimostra la relativamente alta percentuale di popolazione straniera, la Svizzera è stata ed è un paese d’immigrazione. La maggior parte della popolazione straniera proviene da paesi confinanti con la Svizzera: Italia (14,9%), Germania (14,3%), Portogallo (12,3%) e Francia (6,3%). La varietà di lingue ufficiali e il grande numero di cittadini stranieri rendono la Svizzera un paese multiculturale. (Ufficio federale di statistica, 2019a)2

Corpus

Dal momento che lo scopo di questa ricerca è di analizzare la ricezione svizzera della tetralogia L’amica geniale, il corpus è costituito da diversi materiali selezionati e organizzati per facilitare l’indagine.

La prima categoria del corpus è costituita da recensioni di esperti pubblicate su giornali e riviste settimanali affermati come ad esempio i quotidiani Der Bund, Neue Zürcher Zeitung e Le Temps. Questi giornali sono stati scelti in base al fatto che pubblicano regolarmente articoli di letteratura e cultura e hanno un grande numero di lettori3. Quindi, è credibile che le recensioni pubblicate in essi raggiungano la maggior parte dei potenziali lettori. La disponibilità delle recensioni pubblicate sui siti online dei vari giornali in qualche caso è stata limitata, poiché molti giornali consentono di consultare alcuni articoli solamente se si è abbonati. Inoltre, sono stati inclusi nella stessa categoria altri canali mediatici come un programma televisivo sulla letteratura e un blog di una scrittrice.

La seconda categoria sono i commenti anonimi dei lettori sui siti online delle più grandi librerie nella regione svizzera tedesca e quella svizzera francese. La libreria Orell Füssli AG possiede 35 negozi sparsi in tutta la regione svizzera tedesca e vanta il più alto fatturato delle librerie svizzere (Orell Füssli Thalia AG, n.d; Statista, 2020). Per la Svizzera francese è stata scelta la libreria FNAC che gestisce 9 negozi sparsi in tutta la regione e presenta un vasto numero di recensioni sul suo sito (FNAC Darty, n.d.). I commenti sui siti online delle due librerie riflette la reazione dei lettori comuni ai 4 volumi della tetralogia. Su entrambi i siti si nota un mix di commenti brevi e superficiali che si basano soprattutto sulla prima impressione dei lettori e quelli più lunghi con riflessioni più approfondite. Data la complessità dei vari elementi presentati nello studio di De Rogatis (2015) i commenti brevi e superficiali non sono stati considerati nell’analisi. A questo punto bisogna precisare che nella regione svizzera italiana non è stata trovata nessuna libreria ticinese con funzionalità di commento sul proprio sito online né un forum di discussione simile.

2 I dati si riferiscono alla fine dell’anno 2018.

3Secondo le statistiche più recenti dell’Ufficio federale di statistica svizzero (UST) il quotidiano Der Bund ha registrato nel 2018, 323000 lettori, Neue Zürcher Zeitung 244000 lettori e Le Temps 108000 lettori. (Ufficio federale di statistica, 2019b)

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La tabella 1 sottostante mostra il numero di elementi nelle diverse categorie suddivise in base alle 3 grandi regioni linguistiche svizzere: la Svizzera tedesca, la Svizzera francese e la Svizzera italiana.

Tabella 1. Numero di elementi nelle diverse categorie suddivise per regione.

Per quanto riguarda la regione italiana, cioè il Ticino, il limitato numero di recensioni trovate nei vari giornali si spiega presumibilmente dal numero relativamente basso di abitanti nella regione svizzera italiana 353343 (Ufficio federale di statistica, 2019a) e quindi i giornali ticinesi si concentrano più su notizie locali piuttosto che su tematiche culturali di attualità internazionale. Secondo i dati più recenti registrati per fine 2018 dall’ufficio federale di statistica svizzero solo 8% della popolazione svizzera parla l’italiano (Ufficio federale di statistica, 2020). Il giornale più consultato nella regione svizzera italiana è il Corriere del Ticino con 98000 lettori, un numero relativamente basso se si pensa ai giornali affermati nelle altre regioni come ad esempio Der Bund con 323000 lettori (Ufficio federale di statistica, 2019b).

Le varie recensioni esaminate, con eccezione di quelle provenienti dalla Svizzera italiana, prendono in considerazione le edizioni tedesche e francesi della tetralogia L’amica geniale. La tabella 2 sottostante dimostra una panoramica delle prime pubblicazioni dei quattro volumi nelle rispettive lingue4:

Tabella 2. Prime pubblicazioni della tetralogia nelle versioni italiane, tedesche e francesi.

4 Le edizioni tedesche sono state tradotte da Karin Krieger e quelle francesi da Elsa Damien. Queste informazioni insieme alle date di pubblicazione nelle varie lingue sono state ricavate dai siti online delle rispettive case editrici: Edizioni e/o per l’edizione originale in italiano (www.edizionieo.it), Suhrkamp AG per l’edizione tedesca (www.suhrkamp.de) e Éditions Gallimard per l’edizione francese (www.gallimard.fr)

Categoria Canali mediatici Svizzera tedesca Svizzera francese Svizzera italiana

1

Recensioni nei vari giornali 23 14 5

Trasmissioni televisive 1 - -

Blog - 1 -

2 Recensioni dei lettori

sui siti online 291 536 -

Volume Italiano (originale) Tedesco Francese

L’amica geniale ottobre 2011 agosto 2016 ottobre 2014

Storia del nuovo cognome settembre 2012 gennaio 2017 gennaio 2016 Storia di chi fugge e di chi resta novembre 2013 agosto 2017 gennaio 2017 Storia della bambina perduta ottobre 2014 febbraio 2018 gennaio 2018

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Nel prossimo capitolo verrà presentato lo sfondo teorico di questa ricerca nel campo della letteratura comparata e della world literature. L'analisi e la discussione di ogni elemento, presentato nello studio di De Rogatis (2015), verranno condotte nel terzo capitolo e i risultati dell’indagine saranno discussi nel quarto capitolo.

2. Teoria e metodo

In questo capitolo, oltre a una breve introduzione della letteratura comparata e della world literature, verrà presentato lo sfondo teorico e il metodo utilizzato per questa ricerca. L’analisi verrà condotta da una prospettiva transnazionale, quindi verranno affrontati anche aspetti legati alla ricezione internazionale della tetralogia L’amica geniale e a specifiche discipline che fanno parte della letteratura comparata.

La letteratura comparata e la world literature

Secondo alcuni studiosi come Mann e Strich (1932, 1946 citati da Benvenuti e Ceserani, 2012, p. 41) la terminologia Weltliteratur compare alla fine degli anni Venti del XIX secolo in diverse lettere, articoli e recensioni di Goethe. In quel periodo il mondo culturale europeo stava attraversando una fase di profondo mutamento. In Germania, grazie a diversi nuclei di intellettuali che si erano formati nel Settecento, lo scambio di pensieri e idee era molto intenso. Da un lato c’era un forte interesse per altre culture, in particolare quella francese e quella inglese, dall’altro l’esigenza di formare una propria identità culturale. L’interesse per le altre culture era soprattutto in relazione con il mondo economico della borghesia tedesca che stava nascendo. Georg Gottfried Gervinus in Storia della poesia tedesca (5voll., 1835/1848) usava il concetto di Weltliteratur per dimostrare l’influenza che la letteratura tedesca aveva avuto su altri paesi o per mettere in rilievo la competenza degli scrittori tedeschi nell’impiego di materiale proveniente dall’estero in modo creativo. Questo tipo di studio ha poi dato l’avvio a una organizzazione istituzionale della letteratura comparata di stampo eurocentrico in particolare verso la fine dell’Ottocento. (Benvenuti e Ceserani, 2012, pp. 41-43, p. 51)

Con comparatistica letteraria o anche letteratura comparata s’intende di solito: 1) lo studio delle letterature da una prospettiva non strettamente nazionale, ma condotto attraverso il confronto tra le varie norme letterarie; 2) lo studio dell’elaborazione, l’informazione e ricezione della letteratura; 3) lo studio del rapporto tra i diversi canali dell’informazione culturale come ad esempio, tra la letteratura e il cinema o anche tra la letteratura e il teatro; 4) lo studio dei legami tra la letteratura e l’ambiente culturale e dell’attività letteraria nei più grandi sistemi dell’informazione culturale (storia della letteratura, multiculturalismo, usanze nazionali e locali. (Benvenuti e Ceserani, 2012, pp. 51-52)

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Negli anni Cinquanta s’iniziano a stabilire, prima nelle università americane di Yale e Harward e poi anche in altre università, significativi reparti nel campo degli studi di letteratura comparata. Lo studioso René Wellek, figura fondamentale nell’istituzione dei dipartimenti americani e nella fondazione nel 1955 dell’Associazione internazionale di letterature comparate a Venezia, sosteneva che la letteratura comparata doveva impegnarsi ad aprirsi verso una prospettiva internazionale in modo da diventare «la stessa cosa dello studio della letteratura indipendentemente da confini linguistici, etnici e politici» (Benvenuti e Ceserani, 2012, p. 117).

Per avere uno sguardo generale più ampio sulla situazione storica e teorica degli studi comparatistici, può essere utile confrontare i quattro rapporti su questo ambito di ricerca pubblicati dall’Università di Harvard. Il primo rapporto del 1965 dimostra un quadro positivo dell’istituzione dei reparti di letteratura comparata nelle università americane secondo il modello di Wellek a Yale. Nel rapporto del 1975 che d’altronde non è tanto diverso dal primo si suggerisce con prudenza un’apertura della disciplina verso le letterature extraeuropee, mentre il terzo rapporto del 1993 evidenzia i chiari cambiamenti avvenuti nella disciplina, celebrando il multiculturalismo. Ciò significava che la comparatistica aveva allargato i suoi orizzonti verso il confronto tra opere artistiche normalmente studiate da altre discipline. Il rapporto del 2003 si dimostrava ancora più diverso e con una prospettiva più pessimistica per la comparatistica nella nuova condizione culturale che si era creata. Il titolo di

“multiculturalismo” era stato sostituito dal termine di “globalizzazione”. Nel periodo dopo l’11 settembre del 2001 e prima della crisi finanziaria mondiale il pensiero ideologico della letteratura comparata verso una prospettiva internazionale e la comparazione rispettosa delle culture dimostrava un chiaro declino. Sempre di più il lavoro dei comparatisti veniva confrontato da una forte richiesta di rinnovamento radicale delle conoscenze ad opera dei Cultural Studies. Con il tempo questa disciplina ha perso il suo baricentro, prima quello europeo e poi quello americano. C’era quindi, la necessità di provincializzare l’Europa e modulare l’analisi in una prospettiva che percorresse la diffusione transnazionale della conoscenza, con la consapevolezza che nuovi modelli di critica davano forma al quadro della globalizzazione. Per salvare la letteratura comparata dalla crisi, lo storico letterario David Damrosch ha proposto di cambiarla in studi della letteratura mondiale. La crescita esplosiva, soprattutto a partire dal nuovo millennio dei Cultural Studies categorizzati sotto la sezione della world literature ha dato vita a una varietà di teorici che hanno provato a definire questo campo di studio.5 (Benvenuti e Ceserani, 2012, pp. 120-126, p.138). David Damrosch sostiene:

5 Ad esempio, per il critico letterario Franco Moretti la world literature è un problema che esige una nuova metodologia critica.

Moretti afferma che quando si prova di guardare la letteratura con uno sguardo universale, in altre parole da una prospettiva che cerca di tracciare legami tra lingue e letterature in un quadro globale, si vedono aspetti che la comparatistica tradizionale non potrebbe vedere (Benvenuti e Ceserani, 2012, p. 126).

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[…] works become world literature by being received into the space of a foreign culture, a space defined in many ways by the host culture’s national tradition and the present needs of its own writers.

Even a single work of world literature is the locus of a negotiation between two different cultures.

The receiving culture can use the foreign material in all sorts of ways: as a positive model for the future development of its own tradition; as a negative case of a primitive or decadent strand that must be avoided or rooted out at home; or, more neutrally, as an image of radical otherness […]

(Damrosch, 2003, p. 514).

Attorno al discorso di world literature e la domanda: «che cos’è la letteratura?», bisogna considerare il contesto storico-sociale e il ruolo che i vari agenti come gli editori, gli scrittori e i critici attribuiscono alla letteratura nei diversi ambienti nazionali e sovranazionali. È necessario quindi, riprendere in esame l’autonomia della letteratura. Pascale Casanova tratta proprio questa tematica, indagando sul funzionamento dell’ambito letterario in un contesto internazionale. La domanda principale che si pone Casanova è la seguente: «quali sono le dinamiche che permettono a uno scrittore di essere visto come un autore consacrato nel mercato internazionale letterario?». Presupposto per questo studio è la definizione della letteratura come campo autonomo con una logica antieconomica all’interno di un contesto in cui prevalgono gli interessi economici. Questa impostazione consente di capire come si diventi uno scrittore rinomato in un cerchio di produzione ristretto. I premi letterari, soprattutto il premio Nobel, come anche le opinioni espresse da scrittori rinomati e da città (Parigi, Londra, New York) importanti che influenzano le tendenze e la definizione della letteratura, giocano un ruolo fondamentale.

(Benvenuti e Ceserani, 2012, pp. 99-101)

Esaminando la letteratura in un quadro mondiale, un elemento fondamentale per lo scambio internazionale nella produzione letteraria è la traduzione. Poiché l’editoria globale viene influenzata sempre di più dalla lingua inglese, la traduzione prende una posizione di difesa della varietà culturale.

Anche nel caso della letteratura italiana, dal momento che l’italiano appartiene alle lingue minori, per poter entrare in un contesto internazionale deve essere tradotta in una lingua veicolare. (Benvenuti e Ceserani, 2012, p. 148)

La circolazione del sapere è garantita soprattutto attraverso la traduzione. Guardare attentamente chi o cosa si traduce fornisce informazioni sui rapporti di potere tra lingue e culture e il meccanismo di egemonia. Nell’era globale al centro dell’attività editoriale si trovano l’acquisto e la vendita dei diritti di traduzione, il marketing e la selezione dei titoli più adatti per un mercato mondiale. Cosa possiamo sapere della letteratura mondiale e in quale lingua viene tradotta? Come accade ad un libro del terzo mondo che viene approvato nel primo mondo, anche le letterature minori entrano a far parte della letteratura mondiale, solamente se vengono approvate dai grandi centri della produzione editoriale e vengono introdotte nel mercato internazionale in traduzioni che spesso mitigano le differenze, in altre parole assecondano l’orizzonte d’attesa della cultura d’arrivo. Questa strategia traduttiva di trasformare i testi in modo che siano scorrevoli e facili da leggere per i lettori della cultura d’arrivo, Lawrence Venuti l’ha definito “addomesticamento” del testo originale. Un processo che oggigiorno i traduttori

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provenienti dai gender studies mettono in discussione, affermando che la traduzione dovrebbe essere più visibile per rafforzare il dialogo interculturale (Benvenuti e Ceserani, 2012, p. 149-151).

Secondo l’opera di Étienne Balibar (2001, citato da Benvenuti e Ceserani, 2012, p. 159) la traduzione è l’unico linguaggio comune per l’Europa, offrendo così uno spunto di riflessione sul mutamento della definizione di cittadinanza e sulla necessità di nuovi campi transnazionali nei quali la traduzione si dimostra come un processo aperto. Nei principi e norme nazionali, certi aspetti continuano ad essere delle strutture chiuse, di formazione e di sostegno d’identità distinte e di saldatura tra cultura e lingua; in questi contesti la traduzione può diventare una forma di apertura di questi meccanismi di chiusura e di “denazionalizzazione”, quindi uno strumento con grande potenzialità di trasformazione da un punto di vista linguistico e politico.

Un altro indirizzo teorico che fa parte della letteratura comparata ed è importante menzionare in questo contesto è l’imagologia. Infatti, può spesso succedere che nelle ricezioni si trovino degli stereotipi e quindi mi soffermerò brevemente su alcuni aspetti dell’imagologia.

2.1.1. L’imagologia

L’imagologia tratta lo studio delle immagini, dei pregiudizi, delle idee e degli stereotipi su altre culture, nazioni e popolazioni che la letteratura tramanda, partendo dal presupposto che queste immagini hanno un significato che va al di là di quello attribuitogli in letteratura. Contemporaneamente la descrizione di una nazione e i suoi abitanti mette in discussione l’immagine che un autore ha della sua cultura e il modo in cui egli vi si rapporta. Le immagini si creano tramite un continuo confronto tra identità e diversità, poiché parlare dell’altro è sempre anche un modo per svelare qualcosa di sé stessi (Moll, 2002, p. 186).

In questo quadro è opportuno menzionare lo studioso nederlandese Joep Leerssen che in Image and Reality – and Belgium (1992, pp. 287-289) cerca di presentare in modo accurato il concetto dell’imagologia. Leerssen afferma che nella letteratura ci sono rappresentazioni di spazi e popoli stranieri che contraddicono i fatti storici. Infatti, secondo lo studioso nell’imagologia non importa se il contenuto di un’immagine sia veritiero o no, perché il suo scopo primario è la sua funzione di riconoscimento. Quindi, partendo dalla convinzione dell’inesattezza di alcune rappresentazioni letterarie di paesi stranieri e la supposizione di non voler svelare l’incorrettezza alla luce di una ipotetica verità, Leerssen cerca di sviluppare una nuova definizione del termine imagotipico. Il concetto principale di questa definizione si basa sulla differenziazione tra gli enunciati empirico-referenziali, i quali possono essere analizzati secondo i principi “vero” o “non vero” e i discorsi immaginativi che si basano su fatti che non possono essere valutati empiricamente. Di solito i discorsi immaginativi contraddistinguono una nazione dal resto dell’umanità per essere in qualche modo diversa o tipica, proponendo un motivo psicologico collettivo per giustificare determinate caratteristiche sociali e nazionali6.

6 Il concetto è stato tradotto dalla fonte inglese originale (Leerssen, 1992) in italiano.

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In ambito francese lo studioso Daniel-Henri Pageaux in L’imagerie culturelle: de la littérature comparée à l’anthropologie culturelle (1983, citato da Moll, 2002, pp. 194-195) afferma che nell’analisi di un testo letterario non solo vengono studiate le immagini integrate nella scrittura, ma anche quelle usate per riflettere e comprendere come un’altra cultura si distingue in relazione dalle altre. A partire da questo concetto Pageaux propone una metodica di analisi semiotica della scrittura, che consiste in un’analisi lessicale in cui vengono individuate le “parole fantasma” nella scrittura. Le “parole fantasma”

trasmettono un’immagine simbolica e mitica, ma anche stereotipata, nella quale determinati elementi visuali e idee s’impongono nella traduzione dell’alterità (Moll, 2018, p. 162). Inoltre, viene indagato sulle parole chiave che costituiscono il materiale lessicale delle rappresentazioni. Ad esempio, per la rappresentazione dei tedeschi si potrebbero trovare termini come “efficacia”, “fermezza” ed “esattezza”.

Le rappresentazioni individuate nell’analisi semiotica di Pageaux identificano in particolare lo stereotipo. In una seconda fase, si passa a uno studio semantico-strutturale in cui vengono analizzate le scelte linguistiche dello scrittore e si approda ad una terza fase in cui vengono integrati metodi dell’antropologia culturale. In questo contesto la seconda e terza fase non verranno approfondite, essendo delle metodiche non applicate in questa ricerca.

La ricezione internazionale dei Neapolitan Novels

I libri di Elena Ferrante sono conosciuti a livello mondiale e hanno raccolto il favore della critica letteraria in tutto il mondo. Soprattutto tra il pubblico americano Ferrante riscuote un grande successo.

Cecilia Schwartz (2020, p. 10) in un suo articolo di ricerca spiega che la ricezione americana della tetralogia My brilliant friend inizia nell’autunno del 2012, quando l’editore Europa Editions con sede a New York pubblica il primo volume dei Neapolitan Novels in inglese. Immediatamente le critiche letterarie sono entusiaste. Diversi giornali americani come il San Francisco Chronicle o anche il The Boston Globe commentano diversi aspetti dell’opera in modo molto positivo. Nel gennaio del 2013 James Wood scrive nel The New Yorker “Women on the Verge” una lunga ed entusiastica recensione in inglese sulle prime tre opere di Ferrante e il primo volume dei Neapolitan novels. Da allora numerosi giornali americani come The New York Times, The Paris Review, Harper’s Magazine, Vogue e molti altri iniziano a parlare dei suoi libri a un pubblico sempre più grande. Nel 2014 un impressionante numero di recensioni pubblicate in vari giornali americani e inglesi come The Guardian o The Independent ha indicato il terzo volume Those Who leave and Those Who Stay come il miglior libro dell’anno (Bullaro & Love, 2016, pp. 1-2). Nello stesso anno, come spiega Schwartz (2020, p.11), Ferrante viene nuovamente osannata dalla critica ed inizia ad essere celebrata da personaggi di fama mondiale come Jhumpa Lahiri e Zadie Smith. Quello che ha caratterizzato la ricezione nel mondo anglofono, che tradizionalmente dimostra attenzione e simpatia nei confronti dell’Italia, è il fatto che Ferrante viene paragonata a giganti della letteratura come ad esempio Franz Kafka.

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2.2.1. Tiziana De Rogatis, Elena Ferrante e il Made in Italy

In un saggio della studiosa italiana Tiziana De Rogatis7, vengono individuate le ragioni principali del successo internazionale della tetralogia de L’amica geniale, in particolare nella cultura nordamericana.

De Rogatis spiega che il successo è legato soprattutto alla presenza nell’opera di quattro elementi all’apparenza eterogenei, ma strettamente interconnessi e determinanti per la ricezione dei libri. Le quattro componenti fondamentali per posizionare i romanzi in ambito internazionale sono: 1.

l’ambientazione del romanzo a Napoli, emblema della diversità italiana e dell’oscillazione tra mondi e tempi opposti; 2. un nuovo modello d’identità femminile che presenta tratti arcaici e contemporanei; 3.

un periodo di narrazione esteso su un lungo arco temporale simile alle serie televisive americane ed inglesi; 4. l’uso del genere letterario autobiografico, il memoir. Questi fattori appena elencati verranno approfonditi nell’analisi. (De Rogatis, 2015, pp. 288-289)

All’interno di queste coordinate, la mia ricerca si concentrerà sulla ricezione svizzera della tetralogia L’amica geniale. Attraverso l’analisi qualitativa del mio corpus, si indagherà se i quattro elementi, presentati nello studio di De Rogatis, siano presenti anche nella ricezione in Svizzera e come questi vengano percepiti e discussi nel contesto svizzero. Verrà anche indagato se ci sono nuovi elementi che non sono stati identificati da De Rogatis.

3. Quattro ragioni per un

successo internazionale / Analisi

Nella seguente analisi cercherò di verificare attraverso un corpus di recensioni se i quattro elementi, identificati da De Rogatis, che hanno contribuito al successo internazionale della trilogia in particolare nella cultura nordamericana, riflettano gli aspetti che ne hanno caratterizzato la ricezione in Svizzera.

Le quattro componenti determinanti secondo De Rogatis sono: 1. l’ambientazione del romanzo a Napoli, emblema della diversità italiana e dell’oscillazione tra mondi e tempi opposti; 2. la declinazione di un nuovo modello d’identità femminile che presenta tratti arcaici e contemporanei; 3. un periodo di narrazione dilatato su un lungo arco temporale simile alle serie televisive americane ed inglesi; 4. l’uso del genere letterario autobiografico, il memoir.

7Tiziana De Rogatis insegna Letteratura italiana contemporanea all’Università per stranieri di Siena. Si è occupata di studi sulla cultura europea tra gli anni Trenta e Quaranta del XX secolo e di Eugenio Montale. Ha anche pubblicato diversi saggi su Elena Ferrante e le sue ricerche più recenti indagano sulle contemporanee costruzioni del femminile da una prospettiva antropologica (Edizioni e/o, n.d.[b]).

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Napoli

Iniziando con il primo elemento, osserviamo che la storia si svolge per la maggior parte a Napoli. Questo aspetto ha portato ad esempio, il mondo anglofono ad intitolare la tetralogia The Neapolitan Novels (De Rogatis, 2015, p. 289). Il legame stretto tra la trama e la città di Napoli è evidente anche attraverso un elemento paratestuale significativo che è la copertina. Infatti, nella copertina del primo volume L’amica geniale (2011), pubblicato dalla casa editrice italiana Edizioni e/o, si vede una coppia di sposi con tre damigelle che si dirigono verso il Golfo di Napoli. L’immagine allude al matrimonio di Lila, ma fa comunque capire che si tratta di un romanzo napoletano. Anche il quarto volume, Storia della bambina perduta (2014), ha una copertina in cui si vedono due bambine in spiaggia e di fronte a loro il Castel dell’Ovo, uno dei monumenti più famosi ed antichi di Napoli e un’importante attrazione turistica. Anche la casa editrice tedesca Suhrkamp, che ha pubblicato tra il 2016 e il 2018 le prime edizioni dei quattro volumi, ha compiuto una scelta analoga: le copertine ritraggono immagini stilizzate di donne che guardano una montagna che sembra rappresentare il Vesuvio (Suhrkamp AG, n.d.).

L’ambiente napoletano viene particolarmente enfatizzato nel primo volume L’amica geniale in cui la storia inizia in un rione nel secondo dopoguerra8. Si tratta di un quartiere in un’area marginale della periferia di Napoli che funziona autonomamente come un microcosmo con la sua propria storia, le sue divergenze e lotte di potere. Le diverse sfumature della sua società sono rappresentate attraverso diversi personaggi che il lettore incontra ad esempio nella scuola di Lenù. Ci sono gli intellettuali come Nino, fascisti come Gino, comunisti come Pasquale, operai come Carmela e la sua famiglia o anche i camorristi come i fratelli Solara. Inoltre, Napoli come scenario della narrazione trasmette ai lettori italiani, oltre alla tradizione culturale e linguistica, la sua specificità storica. Guardandola da lontano però, in altre parole dall’estero, Napoli è la città che rappresenta le contraddizioni dell’Italia (Segnini, 2017). Infatti, come spiega anche De Rogatis (2015, pp. 289-290), il mondo nordamericano percepisce Napoli come simbolo della diversità italiana. Napoli è una città eccentrica che si è posizionata in modo particolare rispetto al minuzioso sviluppo di regolamento della modernità. Il lato eccentrico della città traspare in particolare attraverso una specie di anarchia e di uno spostamento trasversale in confronto al modello formale dello stato e della burocrazia. Questo ambiente favorisce la diffusione di aggregazioni con elementi di stampo camorrista. Riferimenti a questo aspetto si trovano anche nella ricezione svizzera. In un articolo della Neue Zürcher Zeitung, un quotidiano svizzero di Zurigo, Franz Haas scrive:

L’ombra scura della criminalità organizzata riemerge continuamente nel corso del romanzo. Le due famiglie benestanti, il clan della famiglia Carracci, proprietari di una salumeria, e la famiglia Solara, proprietari di un bar pasticceria, si combattono per la supremazia. Invece le altre famiglie attorno

8 Nel romanzo i posti del rione non vengono mai attribuiti a un quartiere concreto, comunque De Rogatis riconosce il modelo che ha ispirato il quartiere delle due protagoniste. Si tratta del rione Luzzati. (De Rogatis, 2018, p. 160)

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non hanno scelta che stare al loro gioco. Malgrado esse vengano sfruttate economicamente da queste famiglie corrotte, onorano e rispettano i loro aguzzini (Haas, 2016, tr. mia).9

Inoltre, Haas spiega che un punto culminante nel romanzo è la descrizione della sera di Capodanno del 1958 in cui esplode una guerra tra uomini e famiglie camorriste che vogliono superarsi a vicenda tramite l’uso di petardi e missili. Un qualsiasi lettore che non ha mai vissuto una notte del genere a Napoli penserà che si tratti solamente di un trucco artistico espressionista, invece secondo Haas quella scena coincide con la pura realtà violenta della citta partenopea. Queste descrizioni affini alla realtà sono dei punti forti della storia. Anche nelle numerose recensioni della libreria svizzera Orell Füssli il contesto criminale viene percepito chiaramente. Un lettore scrive: «La trama inizia negli anni 50, in cui le periferie di Napoli sono sporche e rumorose. La povertà e la Mafia sono onnipresente ed ai figli della Mafia è permesso tutto» (Kundin/Kunde, 2019, tr. mia).10 Nelle recensioni il lato oscuro della città traspare in particolare attraverso la camorra, la supremazia delle famiglie criminali e il degrado urbano del rione.

Napoli nella storia dell’unificazione d’Italia ha avuto enormi difficoltà a trasformarsi in una città moderna ed è proprio in quel periodo che la città prende una posizione marginale, incapace di seguire il ritmo costante della modernità. Questa marginalità, dal punto di vista immaginario, ha permesso alla città di affermarsi nel mondo globale in cui le periferie emarginate si trasformano in nuclei significativi e potenti. L’inversione gerarchica tra periferie e vecchi centri è una componente essenziale della world literature, nella quale, grazie a Saviano con Gomorra (2006), Napoli è stata rivalutata e ha continuato ad essere al centro dell’attenzione con la tetralogia di Ferrante come anche nel cinema con Sorrentino e Garrone (De Rogatis, 2015, p. 290). In seguito, l’effetto di questa marginalità napoletana, che ormai si è storicamente sedimentata, porta a una minuziosa coesistenza tra mondo arcaico e mondo contemporaneo.

Nella tetralogia questi due mondi (arcaico e contemporaneo) mettono in rilievo in particolare la soggettività femminile che viene rappresentata da un lato indipendente, convinta, informata e dall’altro si trova in un continuo pericolo di «smarginatura».11 Nella ricezione svizzera questo aspetto bipolare è stato menzionato soprattutto da Pia Reinacher (2018) in un articolo della rivista settimanale zurighese, Die Weltwoche:

Malgrado il corsetto delle vite femminili sia stato spezzato, le situazioni familiari difficili, la pesantezza dell’educazione tradizionale e la dittatura della vita istintiva, sovraordinata alla ragione,

9«Das schwarze Loch des organisierten Verbrechens wird symbolisch immer wieder aufklaffen im Verlauf des Romanzyklus. Die zwei reichen Familien – der Clan des Lebensmittelhändlers und die Besitzer der Bar-Pasticceria – kämpfen um die Vorherrschaft, und die armen Schlucker tanzen nach ihrer Pfeife, werden von ihnen um ihr Geld gebracht, fürchten und ehren dennoch diese Quälgeister», [testo originale]; (Haas, 2016)

10«Beginn sind die 50-er Jahre, Neapels Vororte sind schmutzig, laut und in vielen Ecken regiert die Armut und die Mafia, deren Söhnen Alles erlaubt ist», [testo originale]. Recensione a Meine geniale Freundin / Neapolitanische Saga, Bd. 1, [trad. it.: L’amica geniale, vol.1], di Elena Ferrante. (Kundin/Kunde, 2019)

11 La smarginatura è uno stato d’animo che si rivela attraverso un sentimento di estraniazione rispetto alla realtà convenzionale (De Rogatis, 2018, pp. 88-89). Nella trama Lila vive questa esperienza di smarginatura: «Il 31 dicembre del 1958 Lila ebbe il suo primo episodio di smarginatura. Il termine non è mio, lo ha sempre utilizzato lei forzando il significato comune della parola. Diceva che in quelle occasioni si dissolvevano all’improvviso i margini delle persone e delle cose» (Ferrante, 2011, p. 85).

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alla fine impediranno la felicità. Elena e Lila sono vittime e colpevoli, sono emancipate e dipendenti, sono vincitrici e perdenti e alla fine falliranno alla miseria di questa doppia vita fatale. Le due amiche diventano perciò due figure di proiezione affascinanti per molti lettori contemporanei che potranno attraverso questo prototipo letterario essere protagonisti e studiare il lato oscuro della passione e le fatali rotture della propria vita. Questa è anche una delle ragioni decisive per il fenomenale successo mondiale (Reinacher, 2018, tr. mia). 12

Quindi, secondo Reinacher questo forte aspetto bipolare nelle vite delle due protagoniste trasmette ai lettori contemporanei la possibilità di riflettere sulle vicissitudini della propria vita e questa caratteristica contribuisce fortemente al successo mondiale della tetralogia.

Ritornando a Napoli questa instabilità tra mondi e tempi contrapposti, come anche tra centro e periferia, sono degli elementi fondamentali per la costruzione dell’identità della città. Il lato eccentrico della città si è formato soprattutto perché dimostra un carattere ermafrodito, in altre parole possiede degli elementi maschili e degli elementi femminili. Ogni volta che i due poli contrapposti (femminile vs. maschile) si scontrano nella vita quotidiana con la violenza camorrista si possono fondere, come spiega De Rogatis, in una totalità enigmatica (2015, p. 291). Nella ricezione svizzera non sono stati colti aspetti del carattere ermafrodito della citta, tuttavia si è rilevata l’ambiguità di Lila che dimostra forti elementi bipolari. Ad esempio, Pascale Zimmermann (2018) nel quotidiano svizzero La tribune de Genève scrive: «[…] Lila, sempre sulla linea tra follia e saggezza, narcisismo e altruismo, gentilezza e crudeltà» (tr. mia).13 Quindi, si potrebbe dire che gli aspetti bipolari che la De Rogatis descrive nella città di Napoli nella ricezione svizzera vengono riconosciuti in particolare attraverso personaggi come Lila. Allargando la prospettiva del discorso, Lila, in quanto persona che frequentemente oltrepassa i limiti di ciò che è lecito, in un certo senso rappresenta il lato bipolare di Napoli.

Sarà interessante adesso domandarsi come il contesto napoletano e il rione viene percepito dal pubblico svizzero dal punto di vista imagologico nel quadro della tetralogia. Infatti, si può dire che il contesto napoletano ha avuto un forte impatto sull’immaginario dei lettori svizzeri. Questo si è manifestato in numerosi discorsi immaginati, soprattutto per quanto riguarda il rione e la sua società negli anni 50. Eccone un esempio:

[…] una collezione di iperrealistiche e coloratissime immagini che rappresentano la vita povera napoletana degli anni 50 con una qualità stravolgente: i cortili scuri vs. le piazze piene di vita, la violenza quotidiana e la corruzione, il machismo nelle famiglie e nell'amore e l'impresa di Elena e Lila di liberarsi da questo contesto (Reinacher, 2016, tr. mia). 14

12«Obwohl das Korsett des Frauenlebens gesprengt wurde, verhindern die bleiernen familiären Verhältnisse, der Ballast der traditionellen Erziehung und das Diktat des Trieblebens über den Verstand am Ende das finale Glück. Elena und Lila sind Opfer und Täterinnen, sind Emanzipierte und Abhängige, sind Aufgestiegene und Gefallene und scheitern am Ende an der Misere dieses fatalen Doppellebens. Die beiden Freundinnen werden damit zu faszinierenden Projektionsfiguren vieler Zeitgenossen, die am literarischen Prototyp die Schrecken der Leidenschaft und die fatalen Brüche des eigenen Lebens auf gefahrlose Weise studieren und miterleben können: Auch das ist einer der entscheidenden Gründe für den phänomenalen weltweiten Erfolg», [testo originale]; (Reinacher, 2018)

13 «[…] Lila, toujours sur le fil entre folie et sagesse, narcissisme et altruisme, bonté et cruauté», [testo originale]; (Zimmermann, 2018) 14« […] hyperrealistische […] Bildersammlungen, die das ärmliche Leben im Neapel der fünfziger Jahre mit beinahe erotischer Qualität abbilden: die dunklen Hinterhöfe und die hellen Plätze mit ihrem üppigen Leben, die dumpfe alltägliche Gewalt, die Korruption, der in Familien und der Liebe herrschende Machismo und die wilden Versuche von Elena und Lila, aus diesem Milieu auszubrechen […]», [testo originale]; (Reinacher, 2016)

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Le tematiche che vengono accennate in relazione con Napoli sono la povertà, la corruzione, la lotta di classe e una società fortemente maschilista. Ma cosa è stato in particolare sottolineato in varie recensioni dei lettori per quanto riguarda Napoli è il fatto che il romanzo (soprattutto nel primo volume L’amica geniale) trasmette un quadro dei costumi della Napoli periferica degli anni Cinquanta. Questo è un aspetto che è stato molto lodato e visto come un elemento interessante e positivo del romanzo. Un lettore afferma:

Ovviamente c’è in primo piano l'indiscutibile amicizia tra Elena e Lila, ma una semplice riduzione di questo aspetto non rende in alcun modo giustizia al libro. È anche un meraviglioso ritratto della società a Napoli negli anni '50 e '60, è un romanzo educativo, un libro sull'emancipazione e l'importanza della famiglia. Un libro che stupisce e ispira! (Kundin/Kunde, 2017, tr. mia)15

Inoltre, soprattutto nelle recensioni della Svizzera francese le immagini sono così intense, che numerosi lettori hanno affermato di potersi immergere in quel contesto napoletano: «[…] l’immaginazione viene trasportata dalle emozioni dei personaggi, dai suoni della città e dai profumi»16 o «Meraviglioso viaggio nei quartieri di Napoli»17 come anche «Non ho mai messo piede a Napoli eppure dalle prime pagine sono stata trasportata per le calde strade italiane. Attraversai i vicoli, quasi ho salutato il droghiere e il calzolaio»18. Queste affermazioni in primo luogo fanno capire che sicuramente parole come “Napoli” e

“Rione”, secondo l’analisi lessicale di Pageaux, sono delle parole fantasma che trasportano il lettore nei quartieri di Napoli. Anche perché, da un punto di vista geocritico, la Napoli di quegli anni tramite la letteratura come ad esempio il libro di Anna Maria Ortese, Il mare non bagna Napoli (1953), e soprattutto attraverso il cinema, pensiamo ai film di Vittorio De Sica degli anni 50, è diventata uno spazio connotato. Quindi, Napoli e le sue tematiche: criminalità, vicende famigliari, degrado sociale ecc.

sono facilmente ricevibili per un pubblico straniero, perché si associano con l’etero-immagine che l’estero in generale ha dell’Italia.

Una nuova identità femminile

Il secondo elemento riguarda una nuova identità femminile. De Rogatis spiega (2018, pp.13-14) che la quadrilogia come anche altri testi di Ferrante – L’amore molesto (1992), I giorni dell’abbandono (2002),

15 «Natürlich steht sie im Vordergrund, die unanfechtbare, unwiderlegbare Freundschaft zwischen Elena und Lila, aber eine bloße Reduktion auf diesen Aspekt wird dem Buch in keiner Weise gerecht. Es ist gleichzeitig ein wunderbares Gesellschaftsporträt des Neapels in den 50er und 60er Jahren, es ist ein Bildungsroman, ein Buch über Emanzipation und die Bedeutung der Familie. Ein Buch, das verblüfft und begeistert!», [testo originale]. Recensione a Meine geniale Freundin / Neapolitanische Saga, Bd. 1, [trad. it.: L’amica geniale, vol.1], di Elena Ferrante. (Kundin/Kunde, 2017)

16«[…] l'imagination est emportée par les émotions des personnages, les bruits de la ville, les senteurs», [testo originale]. Recensione a L’amie prodigieuse, tome 1, [trad. it.: L’amica geniale, vol.1], di Elena Ferrante. (Nina, 2017)

17 «Merveilleux voyage dans les quartiers de Naples». [testo originale]. Recensione a L’amie prodigieuse, tome 1, [trad. it.: L’amica geniale, vol.1], di Elena Ferrante. (Christine d., 2016)

18 «Je n'ai jamais mis les pieds à Naples et pourtant... Dès les premières pages j'ai été transportée dans les rues chaudes de l'Italie. J'ai marché à travers les ruelles, presque salué l 'épicier et le cordonnier». [testo originale]. Recensione a L’amie prodigieuse, tome 1, [trad. it.: L’amica geniale, vol.1], di Elena Ferrante. (Lucie R, 2017)

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La figlia oscura (2006), La frantumaglia (2003/2016) – girano attorno a un nuovo modello di identità femminile che traspare in particolare attraverso immagini e discorsi comuni. La storia di Lila ed Elena presenta affinità con le storie di Delia, Olga e Leda che sono le protagoniste dell’Amore molesto, dei Giorni dell’abbandono e della Figlia oscura. Il discorso comune che lega queste cinque donne è la soggettività femminile che perde la propria struttura e riemerge da un’esperienza traumatica di scollegamento dalla realtà. Questo tipo di esperienza viene chiamato da Ferrante la «frantumaglia»19 ed è molto simile alla «smarginatura» (v. par. 3.1) che influenza fortemente gli aspetti tematici e formali nella tetralogia L’amica geniale.

Interessante per quanto riguarda la soggettività femminile è un blog della scrittrice italo-svizzera Silvia Ricci Lempen20, consultato sul sito del quotidiano svizzero romando Le Temps: «Elena Ferrante si è presa il compito di restituire l’universalità della condizione umana attraverso un’esplorazione radicale della soggettività femminile, anche se, bisogna ammetterlo, il radicamento dell’universo femminile è stato relativamente poco trattato nella letteratura» (tr. mia).21 La scrittrice afferma che la storia di Elena e Lila, al di là del contesto sociale di miseria, violenza ed ignoranza, è soprattutto un racconto di due amiche, intelligenti ciascuna a suo modo, che vengono ostacolate nel loro sviluppo intellettuale dalle loro famiglie e da un ambiente che considera lo studio un’attività inutile e strana. La loro esperienza, per quanto sia diversa tra loro, non è solo un confronto tra due poli opposti, la passione intellettuale e il determinismo di classe, ma è soprattutto la consapevolezza di essere delle ragazze in un sistema profondamente patriarcale. Ferrante mostra aspetti universali nelle relazioni tra i sessi che poche persone osano pensare. La nostra società contemporanea è sicuramente molto più progressista delle periferie napoletane degli anni Cinquanta, ma l’immaginazione collettiva si evolve molto più lentamente delle leggi formali e sono proprio libri come quelli di Elena Ferrante che ci portano a riflettere su questa tematica (Ricci Lempen, 2016). Anche Pia Reinacher (2016) scrive nella sua recensione del settimanale Die Weltwoche:

Ferrante fa vedere a un livello microscopico attraverso la storia delle due amiche Elena e Lila come le donne negli anni Cinquanta dovevano combattere per l’istruzione, la conoscenza e in particolare per il loro riconoscimento nella società. Un’impresa quasi impossibile, perché non riuscivano a

19«La frantumaglia è la parte di noi che sfugge alla riduzione in parole o ad altre forme e che nei momenti di crisi reduce a se stessa, dissolve, l’intero ordine dentro cui ci pareva di essere stabilmente inseriti. Ogni interiorità, al fondo, è un magma che urta contro l’autocontrollo, ed è quel magma che bisogna provare a raccontare, se vogliamo che la pagina abbia energia». (Ferrante, 2016, p. 302) 20La scrittrice italo-svizzera Silvia Ricci Lempen è nata nel 1951 a Roma e vive fin dalla sua gioventù nella Svizzera romanda. Ricci Lempen ha svolto un dottorato in filosofia presso l’Università di Ginevra sull’argomento dell’immaginazione, dopodiché ha lavorato per un lungo periodo come giornalista per la rivista Femmes Suisses. Il suo impegno si concentra in particolare attorno al movimento femminista.

All’Università di Losanna si è dedicata all’insegnamento nell’ambito degli studi di genere e ha acquisito competenze particolari sul legame tra cultura e femminismo. Per i suoi vari romanzi pubblicati in francese e in italiano ha ricevuto diversi riconoscimenti. (Zenari, 2019;

Viceversa Letteratura, n.d.)

21«Elena Ferrante a pris le parti de restituer l’universalité de la condition humaine à travers une exploration radicale de la subjectivité féminine – alors que, il faut bien l’admettre, l’enracinement de l’universel dans le féminin reste encore assez rarement pratiqué en littérature», [testo originale]; (Ricci Lempen, 2016)

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slegarsi dai loro ruoli tradizionali in cui venivano costrette prima dai loro padri e fratelli e infine dai loro mariti. (Reinacher, 2016, tr. mia)22

Come spiega Reinacher, si tratta di una posizione di potere data dalle circostanze con potenziale di oppressione verso le donne. Questo aspetto è stato messo in evidenza molto bene da Ferrante. Inoltre, in un’altra recensione del quotidiano Der Bund Martin Ebel (2016a) spiega che il romanzo è una brillante analisi di relazioni di potere: dalla violenza fisica alla violenza strutturale della tradizione, dai gruppi familiari, dalle strutture mafiose, dai ruoli di genere fino al denaro. Il denaro è uno strumento di potere flessibile, potente e mutevole. Da non dimenticare il potere dell’istruzione che promette l’ascesa sociale e la prosperità economica, ma che a sua volta richiede denaro. Tutto questo è un circolo vizioso in cui Elena e Lila devono confrontarsi con tutte queste strutture di potere. L’immagine spaventosa del destino grigio e triste delle loro madri in cucina si presenta quotidianamente davanti ai loro occhi. Ed è proprio questo orrore, questa paura delle due giovani che Ferrante trasmette, secondo Ebel, in un modo mirabile.

Un anno più tardi in un’altra sua recensione, sempre nel quotidiano Der Bund, Ebel (2017) afferma che il talento di Lila e la sua genialità, una caratteristica evidenziata dal titolo della saga intera L’amica geniale, sono anche la sua condanna. Le provocano una profonda insoddisfazione e la tormentano fino al punto di distruggerla. Lo scontro con un contesto caratterizzato da una violenza strutturale si dimostra alla fine molto più forte di lei e delle sue armi di difesa: l’intelletto, la fantasia e l’aggressività. Nel terzo volume Storia di chi fugge e di chi resta nel cedere al corteggiamento di Michele Solara, il quale vuole comprare il suo talento come “perle” o “diamanti”, Lila stringe un patto col diavolo, anche se è un patto nel quale i lettori si chiedono chi è veramente il diavolo e chi è la povera anima. Lila è l’elemento centrale dell’intera saga, nessun lettore rimane indifferente alla sua forza creativa e distruttiva. Elena invece si accorge che il suo complesso di inferiorità e il suo bisogno compulsivo di piacere e compiacere tutti è legato al fatto di essere una donna. Inizia a leggere letteratura femminista e scopre che la cultura è dominata dagli uomini, argomento che tratterà anche nel suo secondo libro. Anche in questo senso Lila è molto più radicale di Elena:

[…] la sua esperienza in fabbrica le ha confermato che, dalla cultura al comunismo, si tratta tutto di un inganno e che alla fine chi comanda sono il denaro e il potere e ognuno prova a gestire questa situazione a modo suo. La rivelazione della vera natura del mondo, Lila la percepisce […] anche fisicamente attraverso situazioni in cui si sente dissolversi completamente. Questo aspetto appartiene stilisticamente alle parti più brillanti del romanzo. (Ebel, 2017, tr. mia)23

22«Sie zeigt auf der Mikroebene der beiden Freundinnen Lila und Elena, wie sich Frauen in den freudlosen fünfziger Jahren den Weg zu Bildung und Wissen und damit zur Anerkennung im täglichen Kleinkrieg erkämpfen mussten – aber immer wieder eingeholt werden von traditionellen Rollenvorgaben, die zuerst Brüder und Väter und später die eigenen Männer privilegieren: eine naturgegebene Machtposition mit Unterdrückungspotenzial », [testo originale]; (Reinacher, 2016)

23«[…]ihre ernüchternden Erfahrungen in der Fabrik haben sie darin bestärkt, dass «alles Schwindel ist», von der Kultur bis zum Kommunismus, dass nur die Macht und das Geld regieren und jeder für sich schauen muss, wie er zurechtkommt. «Schwindel» ist übrigens auch körperlich zu verstehen; immer wieder erlebt Lila […] Momente, in denen sie sich aufzulösen droht, sie gehören stilistisch zu den dunkel leuchtenden Höhepunkten des Buchs», [testo originale]; (Ebel, 2017)

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Un altro elemento discusso da De Rogatis è l’importanza della figura materna che svolge un ruolo fondamentale nell’Amore molesto come anche nei Giorni dell’abbandono. Infatti, i testi di Elena Ferrante possono essere collegati a un gruppo di scrittrici, avviate da Elsa Morante, che mettono in rilievo soprattutto la figura della madre. Però, pensando in particolare a L’amica geniale, la figura della madre può prendere vita anche in altre rappresentazioni sostitutive. Nella quadrilogia è l’amicizia femminile che viene messa al centro del romanzo ed è anche un modello surrogato del rapporto tra madre e figlia (De Rogatis, 2015, p. 292). Come spiega Benedetti, il comportamento “matrofobico” di Elena, si manifesta in particolare attraverso la paura di ereditare la stessa malformazione che la madre ha alla gamba (2012, p. 176-177). Soprattutto nella pubertà vive l’angoscia che il suo corpo possa diventare come quello di sua madre, cioè con un difetto di andatura e un occhio strabico portandola a una vita senza affetti. Inoltre, mostra un vero e proprio sentimento di disprezzo verso la personalità della madre. Applicando il modello di Marianne Hirsch (1989, p. 164) nell’ambito del Gender Criticism, questo vuoto affettivo, verrebbe sostituito, come afferma Benedetti, attraverso una specie di sorellanza con Lila: «[…] mi fissai con Lila, che aveva gambette magrissime, scattanti, e le muoveva sempre, […]

se fossi andata sempre dietro di lei, alla sua andatura, il passo di mia madre, […] avrebbe smesso di minacciarmi». (Ferrante, 2011, p. 42)

Nella ricezione svizzera non sono stati colti e posti in particolare rilievo aspetti del legame tra madre e figlia, anche perché, come sottolineato in precedenza, il nucleo centrale nel romanzo è il rapporto di amicizia tra Lila e Lenù.

3.2.1. Amicizia femminile

Nella storia letteraria l’amicizia femminile è stata trascurata per un lungo tempo. De Rogatis porta ad esempio il caso di Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé (1929) in cui Woolf afferma che le coppie femminili nelle tragedie greche e in Racine erano composte qualche volta da madri e figlie o da donne che avevano un rapporto di amicizia. Comunque, fino all’Ottocento, il secolo di Jane Austen, le donne nella letteratura venivano rappresentate solamente in funzione dell’interesse che destavano nell’altro sesso. Nel romanzo ottocentesco il rapporto tra due donne inizia ad emergere e diventa un elemento importante nel racconto, però sempre subordinato dall’altro sesso. Ad esempio, tante storie narrano di amiche innamorate dello stesso uomo e in seguito succede che una delle due fa un passo indietro. Quindi, il legame tra due donne diventa sicuramente un elemento essenziale per l’intreccio, ma non diventa mai il soggetto primario della trama. Le cose cambiano notevolmente a partire dagli anni Sessanta del XX secolo, pensando ad esempio ai testi di Christa Wolf, Riflessioni su Christa T. (1968) come anche Il taccuino d’oro (1962) di Doris Lessing, nei quali il legame femminile diventa l’elemento principale della narrazione (De Rogatis, 2018, p. 55-56).

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Anche nell’Amica geniale il valore simbolico dell’amicizia femminile diventa la tematica centrale nella storia. L’affinità femminile è un sentimento che tante donne hanno vissuto, ma che non hanno ancora saputo riconoscere come aspetto essenziale per il loro sviluppo. La tetralogia narra lo svolgersi delle vite di Lila ed Elena, amiche dall’infanzia, a partire dagli anni Cinquanta in una periferia povera di Napoli fino alla loro maturità nel 2010. De Rogatis sottolinea che il pensiero comune sul femminile è che le donne non sappiano creare un’affinità d’amicizia tra di loro, perché la gelosia e l’invidia trasformerebbero il loro legame in qualcosa d’ambiguo. Invece, cosa ha contribuito al successo della tetralogia è il fatto che il racconto scompone lo stereotipo dell’amicizia femminile insincera, trasformando questa imperfezione in una componente essenziale per il legame solido, spesso instabile, ma per niente fragile (De Rogatis, 2018, pp. 56, 58-59). Infatti, proprio questa imperfezione nell’amicizia tra Elena e Lila è stata commentata in varie recensioni sul sito della libreria svizzera Orell Füssli. Ecco due esempi di commenti fra i molti trovati:

Ho scoperto che la complessità di un’amicizia, che può anche comprendre aspetti negativi come l'invidia, è stata particolarmente ben elaborata (Hortensia13, 2018, tr. mia)24

Una lotta costante tra due amiche fatta di distanza e vicinanza, subalternità e sopraffazione.

L’amicizia femminile viene rappresentata in modo molto realistico e senza romanticismo artificiale, bensì con una buona dose di rivalità e competizione (Kundin/Kunde aus Brüggen, 2020, tr. mia)25 .

Numerosi lettori hanno sottolineato che lo scavare nelle relazioni femminili così complesse è sicuramente uno dei motivi per cui la tetralogia affascina il pubblico internazionale. Si può dedurre che l’amicizia e il conflitto tra le due protagoniste sono apparsi reali davanti agli occhi dei lettori svizzeri.

Anche perché probabilmente essi riconoscono i propri conflitti interiori nei contrasti tra Elena e Lila e quindi l’amicizia femminile nella tetralogia viene vissuta e apprezzata in tutta la sua complessità.

Secondo Ebel (2017) la complessa relazione delle due amiche costituisce il centro psicologico del romanzo. Sono interdipendenti tra loro e unite, ma allo stesso tempo c’è un rapporto antagonistico tra le due, da quando Lila ha gettato in uno scantinato la bambola di Elena. Attrazione e repulsione funzionano come un magnete che cambia costantemente i suoi poli. Elena, malgrado abbia raggiunto il successo, si sente sempre inferiore a Lila. Questa è anche la ragione per cui si allontana spesso radicalmente da Lila per scoprire la propria identità. Lascia anche trasparire i suoi sentimenti profondamente ostili verso Lila fino al punto di desiderarne la morte. D’altro canto, Lila proietta le possibilità che la vita non le ha dato

24 «Besonders das Aufzeigen der Komplexität einer Freundschaft, die auch aus negativen Seiten, wie Neid, bestehen kann, fand ich gut herausgearbeitet». [testo originale]. Recensione a Die Geschichte eines neuen Namens / Neapolitanische Saga, Bd. 2, [trad. it.:

Storia del nuovo cognome, vol. 2], di Elena Ferrante. (Hortensia13, 2018)

25«Ein ständiges Ringen der beiden Freundinnen um Nähe und Distanz, um Dominanz und Unterwerfung. Die Frauenfreundschaft wird absolut realistisch und ohne falsche Romantik dargestellt, mit allen dazugehörenden Rivalitäten und Konkurrenz denken». [testo originale].

Recensione a Die Geschichte eines neuen Namens / Neapolitanische Saga, Bd. 2, [trad. it.: Storia del nuovo cognome, vol. 2], di Elena Ferrante. (Kundin/Kunde aus Brüggen, 2020)

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